L’Avvocato Raffaele Riccardi, nato a Napoli l’11 luglio 1967, vanta oltre venticinque anni di attività consulenziale in Italia svolta in favore di aziende multinazionali e nazionali e negli ultimi cinque anni negli Emirati Arabi Uniti.
Parallelamente all’esercizio forense, ha ricoperto incarichi di rilievo a livello accademico e istituzionale: docente universitario presso il Dipartimento di Management dell’Università “La Sapienza” di Roma e presso l’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Napoli, dove ha tenuto corsi e master in diritto del lavoro, gestione del personale e legislazione sociale. È stato, inoltre, relatore in numerosi convegni in materia giuslavoristica.
A livello associativo e scientifico, è socio di AIDP – Associazione Italiana per la Direzione del Personale, socio di Avvocati Giuslavoristi Italiani (AGI), e membro del Comitato Scientifico del Centro Studi Domenico Napoletano. Collabora stabilmente con la rivista “La Giurisprudenza Italiana” ed è stato Presidente del Conservatorio di Musica di Latina dal 2016 al 2019.
Sul piano internazionale, ricopre dal 2021 la carica di Presidente di IRAL – International Register Accountants and Lawyers, con sede a Dubai, dove svolge anche l’attività di Legal & Business Consultant negli Emirati Arabi Uniti.
Il suo percorso professionale, che si estende da oltre trent’anni, unisce dunque competenza forense, attività accademica, impegno scientifico e responsabilità istituzionali, configurando l’Avvocato Raffaele Riccardi come una figura di riferimento nel panorama del diritto del lavoro e della consulenza legale internazionale.
L’intervista a Raffaele Riccardi sul futuro della blockchain e la tokenizzazione dei beni reali
D: Avvocato Riccardi, la blockchain è spesso associata al mondo delle criptovalute speculative. In realtà, la sua portata è molto più ampia. Come descriverebbe la vera essenza di questa tecnologia?
R: La blockchain non è solo moneta digitale. È una tecnologia di registrazione distribuita che garantisce trasparenza, immutabilità e tracciabilità delle informazioni. In termini giuridici e operativi, rappresenta un registro universale dove atti e transazioni possono essere certificati in modo indelebile, senza bisogno di un’autorità centrale. Questo apre la strada a un’economia nuova, basata sulla fiducia tecnologica piuttosto che sulla fiducia istituzionale.
D: In questo scenario, la tokenizzazione dei beni reali sembra essere il passaggio decisivo. Può spiegarci di cosa si tratta?
R: Tokenizzare un bene reale significa trasformare un bene reale e tangibile – un immobile, un’opera d’arte, un bene industriale – in un certificato digitale registrato sulla blockchain. Questo certificato, detto NFT, non è un surrogato astratto, ma un titolo che rappresenta un legame giuridicamente riconoscibile con il bene sottostante. La tokenizzazione rende il bene più liquido, più facilmente trasferibile e più accessibile a investitori o utilizzatori in tutto il mondo.
D: Qual è il ruolo di Blotix in questo processo?
R: Blotix ha sviluppato un modello innovativo: costruire un ponte bidirezionale tra economia reale e blockchain. Non si tratta di pura digitalizzazione, ma di creare un circuito certificato che parte da un bene reale, ne attesta il valore con perizie e lo traduce in un NFT che può essere concesso in licenza d’uso o “locazione digitale”. Questo meccanismo non frammenta né aliena la proprietà: il bene resta al titolare originario, mentre il token diventa strumento di valorizzazione, redditività e circolazione internazionale.
D: Quali sono i benefici concreti della tokenizzazione e della conseguente concessione della licenza d’uso a Blotix per imprese e privati?
R: I vantaggi sono molteplici. Per le imprese, significa poter trasformare un bene immobilizzato in una risorsa dinamica, capace di generare una rendita passiva senza dover rinunciare alla proprietà. Per i privati, la tokenizzazione apre l’accesso a rendite passive prima riservati a grandi operatori: un’opera d’arte, una villa, un immobile possono diventare parte di un circuito digitale sicuro e certificato, capace di produrre reddito e nuove opportunità. In entrambi i casi, il modello Blotix garantisce trasparenza, tracciabilità e certezza giuridica, evitando derive speculative e offrendo uno strumento moderno per custodire e amplificare il valore dei beni reali.
D: Ma dal punto di vista giuridico, quali sono le sfide?
R: Le principali riguardano la riconoscibilità giuridica dei token come certificati validi e opponibili a terzi, la tutela della proprietà originaria e la gestione dei diritti collegati. È essenziale un quadro normativo armonizzato a livello europeo e internazionale, che eviti zone grigie e garantisca certezza agli operatori. In questo senso, progetti come Blotix vanno oltre la mera tecnologia: si pongono come laboratori giuridici e regolatori, capaci di anticipare e guidare l’evoluzione normativa.
D: Vede un rischio di bolla speculativa anche nella tokenizzazione dei beni reali?
R: Il rischio esiste sempre, quando una tecnologia nuova incontra i mercati. Ma la differenza è che qui non parliamo di asset digitali puramente volatili, bensì di beni con valore reale intrinseco. La sfida è garantire la qualità delle perizie, la trasparenza dei processi e l’eticità dei contratti di licenza. Se questi requisiti vengono rispettati, la tokenizzazione diventa un alleato per la stabilità, non una minaccia.
D: Qual è la sua visione a lungo termine?
R: Immagino un’economia dove il confine tra reale e digitale si assottiglia, senza annullarsi. La blockchain sarà la spina dorsale di sistemi giuridici e finanziari più equi, e la tokenizzazione permetterà di democratizzare l’accesso al valore: beni oggi riservati a pochi potranno generare rendite anche per comunità più ampie. È una rivoluzione che non va subita, ma guidata con competenza ed etica.
D: Avvocato Riccardi come concluderebbe questa intervista?
R:"La blockchain non è solo tecnologia, è un nuovo linguaggio del diritto e dell’economia. La tokenizzazione dei beni reali, se condotta con trasparenza, perizie solide e un quadro normativo certo, può trasformare la proprietà in uno strumento più dinamico e condiviso. La vera sfida non è correre dietro alle mode speculative, ma costruire fiducia e stabilità: è in questo equilibrio che si gioca il futuro dell’economia digitale globale."